Stato, scienza e società in Hans Kelsen
Purezza e scientificità sono due aspetti che Hans Kelsen ha sempre rivendicato come caratteristici della propria ricerca. Tuttavia, fin dalle sue prime prove, non è difficile riconoscere l’intentio politica che sta alla base di quella rivendicazione. Essa appare, infatti, il correlato di una concezione politica di orientamento democratico, espressione a sua volta di una Weltanschauung radicalmente immanentistica. Sotto questo profilo, la critica ad ogni sostanzialismo in ambito giuridico e quella ad ogni commistione fra teologia, politica e diritto risultano fra loro strutturalmente connesse. Per altro verso, proprio il confronto con le restanti scienze umane, teso ad affermare definitivamente l’autonomia di quella giuridica, finisce col porre paradossalmente in rilievo gli elementi comuni e, con ciò, a mettere radicalmente in forse il carattere puro della Reine Rechtslehre. In questo, peraltro, non va scorto un limite della posizione kelseniana, quanto piuttosto una conferma della sua ricchezza, della sua complessità e della sua apertura problematica.
Sulla base di questa convinzione, la presente ricerca si propone di indagare il territorio di confine fra la Reine Rechtslehre e le altre scienze umane – incessantemente percorso da Kelsen durante l’intera sua parabola scientifica – suggerendo l’ipotesi che proprio da lì possano fruttuosamente emergere alcuni degli aspetti più interessanti e tuttora fecondi della riflessione del grande giurista.
ANTONINO SCALONE
I Quaderni de "Lo Stato", collana di Scienza Costituzionale e Teoria del diritto
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