La rappresentanza democratica e aristocratica
Il concetto di ‘democrazia rappresentativa’ è poco chiaro. Qualsiasi comunità umana è rappresentativa, ma il fatto che alcuni eletti esercitino poteri di tutti i cittadini contrasta col principio politico dell’uguaglianza democratica. Tuttavia, molte Costituzioni contemporanee, come quella italiana, affermano che lo Stato da esse costituito è democratico e che la sovranità appartiene al popolo ed è esercitata dal popolo. Ed allo stesso tempo istituiscono parlamenti rappresentativi del popolo.
Come deve essere allora la rappresentanza affinché essa risulti democratica e sia una forma di esercizio della sovranità popolare?
Il presente saggio argomenta questa risposta. I rappresentanti vanno eletti democraticamente – con suffragio universale e diretto, calcolando i voti in modo uguale e rispettando il principio di proporzionalità tra i voti e gli eletti – e la loro carica deve essere temporanea. Inoltre, il voto dei cittadini e dei parlamentari deve essere giustificato con la ragione pubblica in un procedimento dove tutti possono, oltre che prendere la parola e votare, organizzare partiti politici. Qui la rappresentanza politica è continuamente messa in discussione e il parlamento non è l’unico luogo in cui si dibattono e decidono le attività collettive. Ci sono altre assemblee di eletti da comunità statali, regionali o locali. Soprattutto ci sono i partiti politici costituititi liberamente, attraverso i quali i cittadini elaborano i principi di giustizia, sulla cui base intraprendono l’azione politica.
Collana Piccole Conferenze
PIETRO PINNA
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Giovedì 07 luglio 2022
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