Il problema delle lettura è sempre stato centrale nella pratica critica della cosiddetta “scuola di Yale”: dopo la mappa della dislettura (Bloom), le allegorie e il destino del leggere (de Man e Hartman), J. Hillis Miller (dal 1986 docente di letteratura inglese e comparata all’Università di Irvine, California), sembra concludere la parabola con la sua etica della lettura. L’etica della lettura, apparso in America nel 1987 e prima opera completa tradotta in italiano del critico statunitense, viene ora ad arricchire il dibattito sul Post-strutturalismo. Miller si chiede: “Perchè un poeta deve dire al lettore? Quale obbligo, costrizione o imperativo lo costringe a parlare? A quale legge deve obbedire? E questa esigenza che il poeta sente è morale, ontologica, epistemologica o solo essenzialmente estetica?”. Per articolare le sue argomentazioni – in difesa delle accuse di nichilismo che gli sono state mosse dai critici “umanisti o tradizionalisti”, quali M. H. Abrams e R. Wellek, e per ribadire che la “decostruzione” nella critica letteraria si identifica con la “buona lettura” – Miller si serve di esempi filosofici e critici (Kant, de Man, Benjamin) e di esempi più propriamente letterari (G. Eliot, A. Trollope, H. James), accomunandoli sotto l’aspetto della “meta-lettura” e della re-visione. Questo libro, con le sue sottili analisi retoriche intessute di metafore, si configura come un vertiginoso gioco di specchi, nelle cui immagini riflesse e distorte non può non comparire lo stesso autore, il quale avverte più volte chi legge che la lettura non è mai un atto innocente, perchè in effetti è lui, Miller nella sua funzione di critico, che sta leggendo e leggendosi.
Autore/Autrice :
J. Hillis Miller
Titolo :
L’etica della lettura
A cura di :
Vita Fortunati e Giovanna Franci
ISBN :
9788870001334
Pagine :
212
Uscita :
1988
Formato:
13 x 21
8,00 €
9 disponibili