STEM Mucchi editore
già Soliani dal 1623
L'attività oggi
Il prodotto di ciò che facciamo è il libro, un elemento prezioso che da secoli accompagna l’uomo nella sua crescita culturale e personale e che alimenta la voglia e la capacità di sognare altri mondi e storie possibili. Lo vediamo crescere, dar vita a nuove idee e declinazioni. E tutto questo si traduce in attenzione per la qualità dei testi proposti, cura per la veste grafica, editing accurato, promozione del libro in ogni sua fase ed esplorazione delle molteplici possibilità del fare cultura, come la progettazione e la riflessione sull’editoria digitale, l’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione per “parlare” con i nostri lettori e far conoscere da vicino la nostra produzione.
Il rapporto privilegiato con l’Università ha conferito al nostro catalogo un elevato valore scientifico, la nostra tradizione centrata essenzialmente sulla saggistica letteraria, filosofia, estetica, filologia, diritto, da oggi si apre ad incursioni in nuovi ambiti della conoscenza, per una critica letteraria più in sintonia con il presente, un luogo di salvataggio della letteratura stessa con nuove scritture e ardimenti (Lettere Persiane). In parallelo il progetto di aprire una finestra sulle storie del nostro tempo, per decodificarne la complessità, dando spazio all’analisi dei linguaggi contemporanei e agli approfondimenti di carattere politico, economico, sociologico, antropologico.
Dalla piccola bottega di Piazza Grande, oggi STEM Mucchi editore ambisce a diventare punto di riferimento per tutti coloro che hanno qualcosa di importante da dire attraverso la scrittura… dateci le vostre penne, proveremo insieme a ristabilire l’importanza della parola scritta.
I volti della nostra storia
1623-2023 – Quattrocento anni di attività ininterrotta di una tipografia editrice sono certamente da ricordare. E meritano soprattutto di essere messe in evidenza alcune figure, nell’ambito delle famiglie Soliani e Mucchi, che di generazione in generazione hanno gestito con alterne vicende l’azienda e si sono impegnate a continuare nei secoli l’attività nata con la Tipografia Soliani. Il trasferimento della Corte estense da Ferrara a Modena, nel 1598, segnò per la città una rinascita politica, economica e culturale. La Corte offrì comodi e vantaggiosi impieghi a uomini colti e di elevato ingegno; da qui il fiorire anche di tipografie editrici e fra esse la Tipografia Soliani…
BARTOLOMEO SOLIANI
LA "GETTERIA" E I "LEGNI"
Il Soliani si attivò anche per assicurarsi il rifornimento di carta e per produrre nella “getteria” i caratteri occorrenti alla stampa delle sue pubblicazioni. La “zittaria” era presente nella bottega per fondervi direttamente i caratteri che occorrevano per la stampa e che bisognava spesso sostituire a causa del continuo logorio a cui erano sottoposti. Nel 1678 vi si trovavano ben 1813 “madri”, cioè matrici di vario tipo per 12 tipologie di carattere. La raccolta dei “legni” formò una collezione di migliaia di pezzi, accuratamente conservati, ed ora presso la Galleria Estense di Modena.
Viviano Soliani
1966 al 1996
Bartolomeo Soliani
1990 al 1990
VIVIANO SOLIANI
Bartolomeo Soliani morì il 16 gennaio 1670 e gli successe nell’azienda il figlio Viviano che, da giovane, non sembrava intenzionato a seguire le orme paterne; più avvezzo alla spada che al compositoio. A quarant’anni suonati non sapeva scrivere e riusciva solo a leggere quel tanto che bastava per fare il proprio lavoro di tipografo. Viviano, che aveva già lavorato una decina di anni con il padre, riuscì però a condurre l’azienda meglio di quanto le preoccupazioni del genitore potessero far pensare. Morì pochi anni dopo, il 13 febbraio 1678, all’età di 54 anni lasciando la moglie, Lucrezia Farina, con due figli ancora piccoli di nome Bartolomeo e Girolamo. Un’opera importante di questo periodo fu la memoria di Bernardino Ramazzini “De Fontium scaturigine” (1691).
BARTOLOMEO SOLIANI
Continuò l’attività Soliani, potenziandola, Bartolomeo (nipote del fondatore). Egli pubblicò molte opere attinenti alla vita della Corte estense (nozze, feste, morti di principi, ecc.), spesso interessanti solo dal punto di vista tipografico e libri importanti come le opere del Muratori e del Torti. Il libro più significativo pubblicato da Bartolomeo fu LA SECCHIA RAPITA, poema eroicomico di Alessandro Tassoni, con le dichiarazioni di Gianandrea Barotti e la vita del Poeta composta da Ludovico Antonio Muratori, stampata nel 1744, con un ritratto del Poeta, 15 tavole incise in rame e due carte geografiche. Dell’edizione si conoscono esemplari con stampe in turchino, riservate a Casa d’Este. Bartolomeo Soliani morì il 21 febbraio 1752 all’età di 79 anni, lasciando le redini dell’azienda agli eredi. Nel testamento Bartolomeo fu qualificato: Stampatore Ducale, Vescovile e del S. Officio della Comunità di Modena e dell’Abbazia di Nonantola, ad ulteriore prova dell’alta considerazione riservata a quel tempo ai tipografi.
EREDI SOLIANI
Gli eredi Soliani continuarono l’arte della stampa in Modena dal 1752 al 1863, con alterna fortuna. Essi poterono fregiarsi dei titoli di Stampatori Ducali ed infine Reali. Dalla tipografia Soliani uscì il giornale IL MESSAGGERE pubblicato dal 1756 al 1796, risorto dopo il 1815 e portato avanti sino al 1848.
SI CHIUDE UN'EPOCA
Dopo ben 224 anni, distribuiti su due secoli, il XVII e il XVIII, differenti, ma complementari fra loro, la tipografia degli Eredi Soliani, nel 1870, passa a Luigi Gaddi per continuare, nel 1873 come Società Tipografica, Antica tipografia Soliani. Si chiude un’epoca e inizia un periodo denso di avvenimenti e rivoluzioni politiche, economiche e tecnologiche.
ADEODATO MUCCHI
Acquistata la tipografia dagli Eredi Soliani, Adeodato Mucchi (1845-1905), con alcuni soci, costituì la Società Tipografica – Antica Tipografia Soliani, che acquisì l’attività della Soliani, di altre tipografie e della Libreria Editrice Vincenzi e Nipoti. Si veniva così a formare una solida azienda per la produzione e diffusione di libri e stampati. Adeodato Mucchi, rimasto unico proprietario, volle continuare la tradizione della tipografia Soliani e probabilmente anche della Società Tipografica del Foà, che nella seconda metà del Settecento era stata concorrente della Soliani, pubblicando ottime edizioni culturali.
La SOCIETÀ TIPOGRAFICA - Antica Tipografia Soliani
Con la direzione di Adeodato Mucchi dal 1864 si pubblicarono edizioni di pregio, anche dal punto di vista del contenuto, con diffusione in tutto il Regno d’Italia, superando le difficoltà di adattamento di un’ economia di Modena non più capitale del ducato. Adeodato sentì la necessità di adeguare l’arte della stampa alle nuove tecniche: i torchi vennero sostituiti da macchine più complesse, l’organizzazione del lavoro diventò più razionale. L’attività lavorativa della Tipografia Soliani si era svolta dalla fondazione in angusti locali su tre piani; nel primo l’amministrazione, la vendita, la legatoria, il magazzino, nel secondo la composizione, e nel terzo i torchi per la stampa. Nella nuova tipografia tutte le lavorazioni si svolsero su un unico piano. Adeodato Mucchi, lavoratore instancabile, si dedicò anche ad attività sociali e fu fra i fondatori della Mutua dei tipografi, con lo scopo, non solo di aiutare i lavoratori durante la malattia, ma anche quello di migliorarne l’istruzione e le capacità creative, poiché, ancora a quel tempo, il tipografo era considerato un artista. Con la nuova denominazione di Società Tipografica Modenese – Antica Tipografia Soliani, l’azienda dei Mucchi si trasferì a Modena in Via Emilia centro con la libreria e l’amministrazione nella stessa via, sotto il Portico del Collegio; in seguito l’attività si trasferì in Piazzale Garibaldi, 2. Il 4 febbraio 1905 morì Adeodato Mucchi lasciando eredi la moglie e i figli Cesare e Riccardo.
Cesare Mucchi
1887 - 1971
Riccardo Mucchi
1895 - 1969
Enrico Mucchi
1926 - 2015
Marco Mucchi
CESARE E RICCARDO MUCCHI
Cesare, all’età di diciotto anni, assunse la direzione dell’azienda potenziandola ed ampliandola. L’ambizione di Cesare Mucchi era di creare una vera organizzazione editoriale internazionale, alla quale diede vita nel giro di pochi anni, coadiuvato dal fratello, Riccardo. Si pubblicarono: il periodico “Archivio Giuridico”, “I Dizionari giuridici” ai quali si affiancarono le edizioni universitarie, le collane di testi per le scuole medie inferiori e superiori. Si intensificò anche, la collaborazione con l’Accademia Militare di Modena per la stampa di volumi ad uso degli Allievi. Dal felice incontro di lavoro con il Prof. Giulio Bertoni nacquero le collane di filologia romanza “Studi e Testi” e “Testi e Manuali” nonché la rivista periodica «Cultura Neolatina», espressione della Scuola di filologia romanza dell’Università di Roma. Nello stesso periodo iniziava la pubblicazione della “Collezione storica del Risorgimento” e continuava la stampa degli “Atti dell’Accademia di Scienze, Lettere ed Arti”, della “Società dei Naturalisti e Matematici” e di molte altre Organizzazioni culturali. Lo stabilimento grafico e la casa editrice si trasferirono nel 1913 in viale Fabrizi, in locali appositamente costruiti, con ampi magazzini per le edizioni.
Nel 1943 gli avvenimenti bellici provocarono danni notevolissimi: si persero migliaia di volumi, sparsi nei depositi in Italia e all’estero. Lo stabilimento di Modena fu parzialmente distrutto da un bombardamento, mancavano le materie prime, la censura era implacabile, la casa editrice fu “nazionalizzata” dal governo della R.S.I. .Nel 1945 la guerra finì, ma i problemi continuarono ad essere tanti. Ci fu però la volontà di risollevarsi… In quel periodo operarono nell’azienda Cesare, Riccardo, Adeodato II, Enrico Mucchi. Le difficoltà erano grandi: scarseggiava il gas e l’energia elettrica, le vie di comunicazione erano ancora semidistrutte. Il rinnovo del catalogo editoriale richiedeva idee nuove e notevoli investimenti. Con uno sforzo organizzativo e finanziario notevole l’azienda fu portata a nuovi livelli. Si ridussero i titoli in catalogo, razionalizzando la produzione. Si riprese la pubblicazione dei periodici e delle collane e si ripartì con nuove attività. In quegli anni difficili la casa editrice mantenne la tradizionale indipendenza da ogni ideologia e partito. Edizioni avversate, che pochi avrebbero pubblicato, uscirono dai torchi dei Mucchi: “Fraternità cristiana” di Padre Placido, “Adesso” di Don Primo Mazzolari.
Nel 1952, ritiratosi Riccardo Mucchi, Cesare venne affiancato nella direzione dell’impresa dal figlio Enrico che, nella convinzione che il ruolo dell’editore fosse quello di dover organizzatore idee e tendenze, promuovere linee di cultura attraverso una organizzazione stabile, si impegnò nello sviluppo della casa editrice. Nel 1971 morì Cesare Mucchi. Innamorato del suo lavoro di tipografo-editore; amava il bel carattere e la buona stampa, seguiva passo dopo passo la nascita del libro, dalla progettazione alla stampa, dalla creazione della copertina alla legatura, e prima di passarlo alla distribuzione lo esaminava nei dettagli per accertarsi della sua perfezione. Il Prof. Arturo Carlo Jemolo nel necrologio, scrisse: “Vita ben spesa e sostanzialmente serena, per chi non cercava guadagni più di quanti occorressero per mantenere in prosperità l’impresa, successo, successo morale intenso, riconoscimenti molteplici, unanimi, manifestatisi in più occasioni. E porrei come il maggior successo il più felice ed uno dei meno facili da ottenere nel nostro tempo, l’aver avuto al fianco un figlio affezionatissimo, nutrito delle stesse idealità del padre, sicchè Cesare Mucchi ha potuto spegnersi con la certezza che il suo lavoro sarebbe continuato”.
ENRICO MUCCHI
Si continuò a lavorare nella tradizione, in un periodo di grandi cambiamenti, di rivoluzione morale e tecnologica. Con una gestione oculata, ma mai rinunciataria, l’azienda crebbe e si consolidò fino al 1982 nei locali di Viale Fabrizi, ormai inglobati nel cuore di Modena. In quell’anno, per rinnovarsi ed adeguarsi ai tempi la S.T.E.M. MUCCHI già Soliani diede origine alla ENRICO MUCCHI EDITORE s.r.l. già Soliani. Il trasferimento negli ampi locali di Via Emilia est – Fossalta di Modena (luogo celebre, già confine con Bologna, per scontri armati ed incontri culturali) permise la riorganizzazione della attività. Ebbero inizio nuove collane: “Studi, Testi e Manuali”, “Il vaglio”, “Il lapazio”, “Ghirlandina di classici italiani”, “Percorsi”, “Strumenti”, “Studi e letture critiche”…
MARCO MUCCHI
Con la direzione di Marco Mucchi la casa editrice, usufruendo delle più moderne tecniche di stampa e distribuzione, continua, integrando nuovi titoli alle Collane tradizionali e aggiungendo nuovi importanti tasselli, ne ricordiamo alcuni: “Piccole Conferenze”, “Il poggiolo dei medardi”, “Prassi sociale e teoria giuridica” (per l’area Giuridica); “Lettere persiane”, “Lindoro” (per l’area di Critica e di Saggistica letteraria); “Strumenti – Nuova serie” e “DieciXUno” (per la nuova area tematica di Traduttologia); “CapitoloUnico”, “Prismi” (Società & Cultura), continua da alcuni decenni l'”Edizione Nazionale delle opere di Giosue Carducci”. Per le riviste periodiche compie 10 anni «Lo Stato» (Scienza costituzionale e Teoria del diritto); continuano le pubblicazioni di «Archivio Giuridico», «Il Diritto dell’Economia» continua in formato digitale Open Access, “Cultura neolatina”, “Roma e America. Diritto romano comune”, “Ciberspazio e Diritto”… sino ai nostri attuali e futuri progetti editoriali.