Scrivendo al Goldoni, il 24 Febbraio 1754, il Maffei mostrava di sentirsi ancora vivamente e direttamente implicato nella riforma del teatro. Goldoni combatteva in prima linea, con strumenti e genio originali, una battaglia alla quale il Maffei, nel De’ teatri del 1753, partecipava con argomentazioni morali e politico-sociali piuttosto che con proposte tecniche innovative. Il momento di massima creatività in ordine allo spettacolo, e non soltanto al testo letterario, il marchese lo aveva infatti attraversato quarant’anni prima con la Merope, una “coproduzione” con la compagnia Riccoboni. Quest’esperienza fondamentale viene riferita lucidamente nell’Istoria del teatro del 1723. Attraverso gli scritti teatrali del Maffei, per la prima volta pubblicati insieme, possiamo ricostruire l’itinerario personale del letterato “illuminato” che media realisticamente le esigenze del mondo accademico con quelle del palcoscenico, la necessità sociale di un sano divertimento con gli scrupoli di una morale anacronisticamente rigorista. Ma possiamo anche cogliere tendenze ed accenti critici di una cerchia più ampia di uomini di cultura, dall’Orsi al Gravina, dal Muratori al Martello: per esempio l’orgoglio “nazionale”, in fecondo attrito con la cultura dell’oltralpe, dei Corneille ma pure dei Voltaire, e il pervicace pregiudizio nei confronti dei comici, rispuntato intatto anche nel Maffei dopo il breve idillio coi Riccoboni. È questo un problema irrisolto ancora alla fine del secolo, come dimostra il Parere sull’arte comica dell’Alfieri, che il marchese, però, aveva saputo superare di slancio in una breve stagione di particolare felicità per le scene italiane.
Autore/Autrice :
Scipione Maffei
Titolo :
De’ teatri antichi e moderni
Sottotitolo :
e altri scritti teatrali
A cura di :
Laura Sannia Nowè
Collana :
Il lapazio
ISBN :
9788870001242
Pagine :
254
Uscita :
1988
Formato:
17 x 24
7 disponibili