La canzone Al semblan del rei thyes di aucelm Faidit ha ricevuto l’attenzione degli studiosi per la similitudine iniziale che allude a un rei thyes non nominato fatto prigioniero da un imperatore non esplicitato. ’articolo ripercorre le tappe e i risultati delle proposte formulate per spiegare il paragone, dall’interpretazione iconografica a quella storica, nel tentativo di soppesarne l’affidabilità. In particolare, viene discussa a fondo la recente proposta di Robert Lug che vi vede un’allusione a fatti databili al 1235, spostando molto in avanti la cronologia del trovatore limosino. L’articolo si apre così a una riflessione sul periodo d’attività di Gaucelm Faidit, fondata su nuovi esami autoptici delle fonti, su nuove acquisizioni e su un loro inquadramento coerente, da cui emerge la solidità e maggiore affidabilità della cronologia tradizionale e il carattere indatabile della canzone. n chiusura si propone una nuova impostazione del problema, che legge il paragone del rei thyes come un riferimento non storico, bensì letterario, a una versione perduta della Chanson des Saisnes.
Gaucelm Faidit’s canson Al semblan del rei thyes received scholar’s attention because of its opening similitude, which concerns an unnamed rei thyes (a king from orthern ermany) convicted by an anonymous emperor. In an effort to ponder their reliability, the essay analyses the proposals which were formulated to explain the comparison, from the iconographic one to the historical ones. In particular, Robert Lug’s most recent historical interpretation is discussed in depth, because it sets the song in 1235 shifting aucelm’s poetical production thirty years later than what is generally accepted. So the article also proposes a reflection on the chronological collocation of the troubadour’s activity, based on new autoptic examination of the known sources, new elements and their consistent framing. This results in a stronger solidity and bigger reliability of the received chronology and implies that the song cannot be precisely dated. Finally, the article faces the similitude from a new perspective: the comparison to the rei thyes can be traced back not to a historical deed, but to a literary allusion, specifically to a lost (but partially known) version of the Chanson des Saisnes.