Lindoro
diretta da Claudio Mariotti
«Il sole spegne il pianto // Mi copro di un tiepido manto / di lindoro // Da questa terrazza di desolazione / in braccio mi sporgo / al buon tempo», recita una poesia di Ungaretti compresa in «Il Porto Sepolto» (1916). Ecco, il titolo della presente collana, Lindoro, vorrebbe essere di buon auspicio: ché, se nella vita talvolta ci sono dei momenti di deserto e solitudine, la letteratura può come il sole riscaldare, nutrire l’anima e rendere il tempo migliore. Ma la letteratura, «la troppo muta», come direbbe Montale, non basta a se stessa: di qui l’esigenza di corredare ogni testo – offerto in una lezione filologicamente accertata – di preziosi strumenti esegetici (qualche inguaribile Romantico li chiamerebbe scolii, noticine, minuzie e fors’anche pignolerie) tesi a metterne in luce la complessità. Nella convinzione che ogni testo è assorbimento e rielaborazione di un altro testo: insomma, più che alla spontaneità e all’immaginazione, dovremmo pensare alle api che mescolano i vari assaggi e ne fanno sostanza di un nuovo sapore.