Ho cercato di ricostruire la fisionomia storica e culturale di un trovatore ingiustamente negletto ed estromesso dal telaio delle comuni conoscenze, Bernart de La Fon, e di colmare lo iato che separa dalla humus originaria il suo unico componimento pervenuto, con molta probabilità residuato di una produzione lirica più ampia e consistente.
Gli indici situazionali e poetologici che è dato cogliere nella canzone superstite di Bernart de La Fon autorizzano a prospettare l’ipotesi di un reciproco scambio di sperimentazioni artistico-costruttive tra lui e Giraut de Bornelh, il maestre dels trobadors suo corregionale e di poco più anziano.
This article attempts to reconstruct the historical and cultural profile of an unjustly neglected troubadour, excluded from the more common network of known poets, Bernart de La Fon. It also seeks to fill the gap that separates his single extant composition from its original context, and which most probably belonged to a wider and more substantial lyric production.
The nature of the situations and poetic style that may be deduced from this one poem by Bernart de La Fon seem to point to the possibility of a reciprocal exchange of artistic and formal experimentation between him and Giraut de Bornelh, the maestre dels trobadors, a few years his elder and a native of the same region.