Mucchi Editore

All’indomani della seconda guerra mondiale si è prodotto un processo costituente che ha cambiato, contro il ripetersi degli orrori dei totalitarismi e delle guerre, la struttura del diritto e dei sistemi politici: in primo luogo all’interno delle nostre democrazie, nelle quali il valido esercizio dei pubblici poteri, incluso quello legislativo, è stato sottoposto, dalle nuove Costituzioni rigide, a limiti e a vincoli sostanziali a garanzia dei diritti fondamentali in esse stabiliti; in secondo luogo nelle relazioni tra gli Stati, che a loro volta sono stati sottoposti, dalla Carta dell’Onu e dalle tante Dichiarazioni e convenzioni internazionali, al divieto della guerra e alla tutela dei diritti umani. Oggi siamo in presenza di un opposto processo decostituente a tutti i livelli del diritto e dei sistemi politici: a livello internazionale, a causa della riabilitazione della guerra come mezzo di soluzione delle controversie internazionali e dello sviluppo di poteri economici globali sregolati e selvaggi; a livello dell’Unione Europea, a causa delle politiche antisociali imposte da tali poteri e del conseguente crollo della credibilità del processo di integrazione europea; infine al livello delle democrazie nazionali, a causa della crisi della rappresentanza e del declino dei principi costituzionali dall’orizzonte della politica a seguito della dislocazione dei poteri che contano fuori dei confini nazionali. Contro l’idea dominante nel dibattito pubblico che a simili processi non esistano alternative, questo libro configura il paradigma costituzionale come la sola risposta razionale all’aggravarsi di tutti gli aspetti della crisi in atto, grazie alla sua possibile espansione, in quanto paradigma formale passibile di qualunque contenuto, a tutti i poteri, non solo pubblici ma anche privati, a garanzia di tutti i diritti, non solo di libertà ma anche sociali, e a tutti i livelli, non solo al livello statale ma anche a livello sovrastatale.