Il volume esamina i vari metri in cui il D’Annunzio di Primo Vere e di Canto novo si è cimentato operando sulla scorta delle Odi barbare oppure risalendo direttamente a sistemi strofici oraziani non riproposti da Carducci. L’attenzione verte sui testi originali e ufficializzati in raccolta: ma ciò non esclude che anche le traduzioni dai classici e i vari testi “extravaganti” costituiscano oggetto di classificazione e di analisi. L’esame, inoltre, si estende a raccolte successive (soprattutto Odi navali ed Elettra ), in cui sono individuabili alcune imitazioni di metri classici meno vincolate al metodo carducciano ed aperte ad altre, più recenti e libere suggestioni versificatorie, tanto da porsi quali esperienze di transizione verso il personalissimo, estetizzante impiego di riferimenti a moduli classici nella produzione poetica della maturità. L’intero discorso, che si sviluppa prestando costante attenzione al confronto con Carducci e Pascoli, reca ad evidenza fenomeni quali il margine di iniziativa dell’ancor giovanissimo D’Annunzio, la tendenza – indotta dalla struttura di determinati versi barbari – verso formulazioni schematiche, iterative dell’enunciato, la frequenza e talora la funzionalità degli indugi “metametrici”, ecc.. Nel complesso, il volume si pone come punto d’arrivo di recenti studi sulla poesia d’imitazione classica fra Otto e Novecento, ma al contempo esso segnala possibili approfondimenti in un settore che, ancora un secolo fa, era considerato in Italia di primaria importanza per la comunicazione poetica “alta” e di attualità.
Autore/Autrice :
Guido Capovilla
Titolo :
D’Annunzio e la poesia «barbara»
Collana :
Il vaglio
ISBN :
9788870004595
Pagine :
240
Uscita :
2006
Formato:
13 x 20
84 disponibili