Mucchi Editore

Per la vita della poesia in Italia, negli anni in cui il poeta fu primariamente conosciuto nel nostro paese, negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, l’incontro con Pound, anche se alla fine si rivelò fertile, non fu facile, nè pacifico, e non mancò di un suo trauma. Posso ricordare certe irritazioni calde di Ungaretti, e anche certe riserve, tra freddi e non benevoli sbuffi, di Montale? Il poeta aveva accoglienza solo nell’Indice di Saviotti… Per altro, nel secondo dopo guerra, l’attenzione di certa critica (e metterei tra i critici anche Scheiwiller) e la lettura interessata dei giovani poeti, aiutò Pound ad essere letto come poeta, e soprattutto come maestro di poesia. In realtà, non vi furono solo gli “americani” di Pavese e di Vittorini, vi fu anche un recupero, che andrebbe adeguatamente considerato, un recupero ovviamente dislocato, dei poeti e soprattutto di Eliot, di Pound, appunto, anche di Cummings… Un discorso sulla fortuna di questi poeti in Italia non dovrebbe rinunciare ad una viva attenzione sugli effetti che questa fortuna ebbe sulla poesia italiana. Comunque si sian svolte le cose, e quale ne sia stato l’uso che individualmente ne fecero, i giovani poeti di allora lessero avidamente Pound – e veramente un buon critico dovrebbe essere capace di trovarne la prova nella poesia che essi scrissero nei primi anni del loro consapevole fare; la stimolante didattica di Pound continua ad agire. Chi lo frequentò ne trasse una lezione di musica e di tecnica, una rivelazione dei “congegni” della poesia, e dei loro pregnanti artifici. Le diverse scelte e i destini singolari dei poeti ora non più giovani lo provano quanto basta.