Un lavoro critico dedicato a Giuseppe Baretti non può prescindere dall’analisi dei modi e delle forme cui i suoi testi si relazionano rispetto a questioni di tradizione e di auctoritas: ogni istanza del suo discorso potrebbe essere focalizzata in termini di accettazione, negazione, più spesso di fusione eclettica dell’orizzonte testuale che lo circonda. Se questo rapporto, osmotico o contrappuntistico, è un dato ineludibile di ogni finzione critico-letteraria ed elemento fondante e dialettico di intertestualità, in Baretti, posto al discrimine tra le grandi aree arcadico-razionaliste, da una parte, e le nuove estetiche dell’ultimo Settecento e primo Ottocento, dall’altra, l’emergere delle oscillazioni, delle ineluse contraddizioni, delle verifiche à rebours, delle proiezioni attualizzate al passato e i ritorni al futuro sembrano segnare stati aggregativi compositi in cui confluiscono e da cui defluiscono una pluralità di codici: insomma, la verifica di un suo porsi rispetto agli orizzonti creativi e ricettivi, nello spazio mediano del secolo, appare una traccia imprescindibile da seguire e da percorrere in ogni andirivieni, pur nella lucida consapevolezza dell’impossibilità-inutilità di reperire forti linee unificanti e formule fisse e radicate a livello estetico.
Autore/Autrice :
Ilaria Crotti
Titolo :
Il viaggio e la forma
Sottotitolo :
Giuseppe Baretti e l'orizzonte dei generi letterari
Collana :
Il vaglio
ISBN :
9788870001907
Pagine :
200
Uscita :
1992
Formato:
13 x 21
19 disponibili