Mucchi Editore

Le seguenti lezioni – tenute a Reggio Emilia e a Bologna – hanno un duplice scopo: uno teoretico: la discussione della funzione filosofica della parola metaforica alla quale – secondo la tradizione – sono stati riconosciuti prevalentemente un significato ed una funzione “letteraria”. Uno storico: ricordare che dobbiamo a M. Heidegger la critica radicale alla metafisica tradizionale connessa ad una duplice sua tesi storica: la negazione dell’importanza speculativa dell’umanesimo e l’accusa al pensiero occidentale, da Platone in poi, dell’avere ignorato la differenza ontologica tra Essere ed enti. Per quanto riguarda l’anti-umanesimo di Heidegger l’autore ha cercato in altro lavoro (E. Grassi, Einfuhrung in philosophische Probleme des Humanismus, Darmstadt, 1986) di dimostrare la non validità di questa tesi, nata dal presupposto della validità degli schemi tradizionali circa la identificazione di umanesimo e tradizione platonica e neoplatonica. Tale tesi non venne mai controllata dal filosofo di Friburgo con l’interpretazione di un testo umanistico. Ha cercato nella prima parte di accennare a questa problematica intimamente collegata sia con l’identificazione della nostra tradizione sia con la discussione della funzione filosofica della parola metaforica. Nella seconda parte ha cercato – in funzione dell’interpretazione di un testo medioevale – di mostrare come anche la seconda tesi storica di Heidegger (il pensiero occidentale ha ignorato o frainteso il principio della differenza ontologica) sia storicamente illegittima. A questo riguardo appare sorprendente che Heidegger – con la discussione circa la differenza ontologica, chiaramente identificabile nelle prediche di Meister Eckart – non abbia mai menzionato l’autore medioevale nell’ambito di questa problematica pur riprendendone palesemente sia gli argomenti sia una parte della terminologia. La trattazione delle due tesi storiche è intimamente collegata con la trattazione del problema della metafora.