Autore/Autrice : Enrico Angiolini
Titolo : Libri canonici e Stato civile: segretazione o consultabilità?
Sottotitolo : Orientamenti legislativi e storiografici
Pagine : 120
Uscita : 1999
Formato: 17 x 24
10,00 

Enrico Angiolini Atti dei Convegni del Centro studi interregionale sugli archivi ecclesiastici

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Questo terzo volume, dedicato particolarmente ai registri canonici e al problema della loro consultabilità, in parallelo alla disciplina specifica per gli atti di stato civile, segna la continuità dell’impegno del Centro di studi interregionale sugli archivi parrocchiali, che con questo ulteriore appuntamento annuale ha voluto porre l’accento su uno dei problemi più dibattuti in qusti ultimi anni e che si traduce sostanzialmente nel conflitto tra due diritti: da una parte il diritto dei singoli a vedere tutelata la propria privacy, dall’altra il diritto degli studiosi alla libera consultazione delle fonti d’archivio. Gli interventi sono stati improntati alla disamina di questo problema e, come si può capire, hanno un taglio squisitamente giuridico. All’atto pratico, però, il punto fondamentale è quello di trovare una giusta mediazione tra questi due diritti, tenendo presente che i fatidici settant’anni che la legge archivistica impone come limite alla consultabilità di documenti relativi a situazioni puramente private di persone, potrebbero essere tranquillamente intesi – almeno in questa prima fase di incertezze giuridiche ed interpretative – come settant’anni dalla morte dell’individuo (ovvero dall’ultima registrazione nei registri anagrafici e in quelli parrocchiali), termine da cui potrebbe poi discendere la consultabilità di tutta l’altra documentazione a loro afferente. Senza volersi dilungare sul concetto di consultazione “mediata” o “immediata”, si potrebbe anche osservare che limitazioni troppo “spinte” al concetto di consultazione di quelli che sono comunque documenti di contenuto squisitamente pubblico, e a giudizio di chi scrive liberamente consultabili, sia pure nei limiti della legge archivistica, potrebbero portare, soprattutto per i registri canonici, al rischio di un loro ulteriore depauperamento fisico o. addirittura, alla loro dispersione, convinti come siamo, che un’archivio non consultato e non consultabile finisca inevitabilmente per ridursi ad un ammasso di cartacce. E questo in palese contraddizione con la politica di tutela e di salvaguardia che in Emilia Romagna, in questi ultimi anni e per merito di responsabili diocesani particolarmente sensibili, sta invece portando – lentamente ma sicuramente – al censimento, al riordino, all’inventariazione e quindi alla più agevole consultazione degli archivi ecclesiastici in generale e di quelli parrocchiali in particolare, sia presso la parrocchia – vista come ente produttore – sia negli archivi diocesani, che si stanno connotando sempre più come archivi di concentrazione.