Autore/Autrice : Lazzaro Spallanzani
Titolo : Parte sesta – I manoscritti (vol. III)
ISBN : 9788870008036
Pagine : 328
Uscita : 2018
Formato: 21 x 30
60,00  57,00 

9788870008036 Lazzaro Spallanzani Maria Teresa Monti Edizione Nazionale delle Opere di Lazzaro Spallanzani

10 disponibili

L’Edizione Nazionale delle Opere di Lazzaro Spallanzani fu presentata il 25 febbraio 2012 presso l’Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena nel corso di una Giornata di studi dedicata alla memoria di Pericle Di Pietro, ideatore e artefice indiscusso dell’opera; ai 30 volumi si aggiunsero il Catalogo dei manoscritti con il Quarto supplemento ai Carteggi e infine gli Indici.
Nonostante il piano editoriale non prevedesse altri contributi, l’Edizione non poteva ritenersi conclusa; come rimarcava il Presidente della Commissione nazionale preposta nel presentare l’opera, altro materiale inesplorato o superficialmente studiato giaceva ancora nei ‘quaderni’, conservati alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Pertanto la Commissione rimase insediata, consapevole che un argomento fondamentale della vasta produzione scientifica spallanzaniana, la cosiddetta ‘respirazione’, dovesse essere rivisto. Trascrizioni precedenti, per ragioni diverse, ne hanno mortificato il valore scientifico: si vedano le edizioni di Ginevra e di Milano entrambe del 1803, ancora di Ginevra del 1807, ristampate nel I, II, III volume delle Opere del 1932-1936; il V volume, in due tomi, dell’edizione Giunti del 1994; il V volume, parte quinta, della presente Edizione nazionale del 2010.
La ‘respirazione’ è un’indagine complessa che assomma tre filoni di ricerca: letargo, chimica pneumatica, respirazione vera e propria in un susseguirsi vertiginoso di «osservazioni e sperienze», affidate a centinaia di carte numerate dall’autore, quaderno per quaderno. I tre filoni dell’indagine, all’apparenza disparati, sono legati da un filo comune, la respirazione: gli animali letargici furono ‘cavie’ per indagare, tra l’altro, se respirassero durante il letargo; la chimica pneumatica fornì gli strumenti che portarono alla scoperta della respirazione tissutale. L’indagine si colloca negli ultimi anni di vita dello scienziato, 1795-1799; anni turbolenti, che vanno dalla calata di Napoleone in Italia ai repentini capovolgimenti politici, vissuti nell’apprensione e nell’incertezza, tra continui spostamenti e traslochi di tutto il materiale e dei libri. Nonostante il bisogno di tranquillità più volte espresso, Spallanzani proseguì il lavoro senza tregua fino al 4 febbraio 1799, sette giorni prima della morte.
Di tutto il materiale raccolto in quattro anni di indefessa attività, lo scienziato pubblicò soltanto il Chimico Esame; nato per caso, rimane un episodio nel contesto dell’indagine, fondamentale per l’affinamento della tecnica e della manualità nella manipolazione dei gas e nell’uso dell’eudiometro, applicati con estrema perizia anche allo studio della fisiologia comparata della respirazione.
Noi oggi fatichiamo non tanto nella trascrizione del testo quanto nella ricostruzione del percorso logico, compromesso dalle traversie postume subite dal materiale manoscritto nell’andirivieni tra Scandiano e Ginevra, per le edizioni svizzere del 1803 e del 1807, mentre la Municipalità di Reggio esigeva la consegna dei quaderni, avendone la proprietà. È accertata la scomparsa di un intero quaderno; di un altro, qualche studioso avanza dubbi; due manoscritti, forse sfasciati, furono ricomposti scambiando le copertine con i rispettivi indici autografi del contenuto e parecchie carte; alcune copertine furono sostituite, rendendo difficoltosa l’identificazione del «Libro dai cartoni gialli» e di quello «dai cartoni rossi», cui lo scienziato fa spesso riferimento con precisi rimandi. A ciò si aggiunga, nel pur lodevole intento di catalogazione avvenuto in un secondo tempo, l’affastellamento di tutti i manoscritti spallanzaniani acquisiti dalla Municipalità e la numerazione meccanica di tutte le pagine che, superfluo dirlo, non tiene conto di quella originale, laddove esista.
Dopo una approfondita disamina del lavoro da affrontare e la valutazione delle forze da impegnare per realizzare la nuova opera, la Commissione decise di dare l’avvio ai lavori.
Si elaborò un progetto, scegliendo come guida l’ordine cronologico che, indicando giorno per giorno il procedere dell’indagine, fu di aiuto per la ricomposizione del testo disseminato in vari quaderni. Nel corso del lavoro, il progetto subì qualche aggiustamento, per l’inserimento di altri spezzoni ben celati tra le carte, nonostante l’attenta ricognizione dei manoscritti fatta in precedenza.
Non ingannino alcuni ‘salti’ di data nei diari di laboratorio; non si tratta di carte originali andate perse, ma di interruzioni del lavoro per ragioni personali, come l’assenza da Pavia dal 6 al 9 aprile 1795 per un viaggio a Milano; interruzioni che in seguito sarebbero diventate forzate e prolungate nel tempo per cause ‘politiche’: da Pavia 30 aprile 1796 si salta a Scandiano 1 giugno 1796; maggio non esiste nei quaderni, si consumò nell’abbandono di Pavia poco prima dell’irruzione dei Francesi in città e nel rientro a Scandiano per via d’acqua con un fardello di casse stipate di «vetri» e di libri; il ritorno a Pavia per riscuotere i quattro mesi arretrati di stipendio provoca un salto da Scandiano 27 luglio 1796 a Scandiano 17 agosto 1796.
La trascrizione che proponiamo nelle pagine seguenti riguarda tutta l’opera manoscritta sulla ‘respirazione’ giunta fino a noi; di conseguenza, comprende anche gli appunti della genesi del Chimico Esame e le varie stesure del testo, per giungere a quello definitivo, dato alle stampe sul finire del 1796.
Chi vorrà addentrarsi nella lettura di questo e dei prossimi volumi potrà apprezzare i quaderni di laboratorio dello scienziato, espressione del suo metodo scientifico, che paiono essere stati redatti secondo le regole dettate ai giovani ricercatori duecento anni dopo.
Affidiamo allo studioso il nostro lavoro, frutto di un impegno gravoso, sostenuto dalla consapevolezza che fosse nostro dovere offrire un ulteriore contributo agli studi di storia della scienza nel nome di Spallanzani.

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