Filo conduttore della miglior poesia di Francesco Cassoli (Reggio Emilia, 1749-1812) è la ricerca nella memoria dell’Antico – nei classici latini, e in Orazio e Virgilio soprattutto – di una guida che desse consistenza e sicurezza all’identità del poeta, per consentirgli di affrontare la crisi non solo letteraria che la cultura progressiva (di cui Cassoli, da nobile illuminato, era partecipe) andava attraversando nel tardo Settecento, e che si sarebbe conclusa negli anni napoleonici. Nel corso di alterne esperienze d’impegno politico – che lo videro nel 1796 tra i fondatori della Repubblica Reggiana e nel 1799 agli arresti, fra le vittime della reazione austriaca – e di rifugio nella quiete campestre, Cassoli affidò ai Versi (ripubblicati adesso per la prima volta, dopo l’edizione bodoniana del 1802) e agli altri componimenti qui raccolti, alcuni finora inediti, un’idea problematica della “saggezza” e del ruolo dell’uomo di lettere, oscillante fra la coscienza del vincolo sociale e il culto epicureo della solitudine, fra vertu-bienfaisance ed esplorazione dell’interiorità.
Autore/Autrice :
Francesco Cassoli
Titolo :
Poesie
A cura di :
Bianca Danna
Collana :
Il lapazio
ISBN :
9788870002485
Pagine :
118
Uscita :
1995
Formato:
17 x 24
12 disponibili