Si è sottoposto ad esame il sirventese BdT 142,2, in passato oggetto solo di annotazioni cursorie, per cercare di scoprire le ragioni di fondo e i costituenti intrinseci di un componimento abbondantemente caratterizzato da fenomeni tropici e trasfigurativi imprevisti e imprevedibili, da allusioni e ammicchi sorprendenti, da procedimenti, tecniche e strategie comunicative fuori del consueto. Qui no dizia∙ls faitz dolens si muove sul doppio binario etico-riprensivo generale e ludico-burlesco personale, mirando da una parte a suscitare il consenso intorno alle tesi e ai valori sociali prospettati, dall’altra a distruggere l’immagine del personaggio evocato come esempio d’un’intera categoria e rappresentante di una più ampia e avversa compagine aristocratica. Per accentuare gli effetti denigratori e ‘comici’, il bersaglio-vittima, investito delle più oltraggiose accuse ed insinuazioni, risulta sottoposto ad alterazione, distorsione, travestimento in chiave zoomorfica del suo stesso contrassegno onomastico. Egli era in realtà un esponente di primo piano della classe equestre provenzale a cavallo del 1200, in documentati rapporti di conoscenza e frequentazione con Gui de Cavaillon (alias «Esperdut»), il quale dopo comuni e similari esperienze cavalleresche prese da lui le distanze e ne minò pubblicamente – e liricamente – la reputazione.
The sirventes BdT 142,2 is examined so as to reveal the underlying logic and intrinsic constituents of a composition characterized by unexpected and unpredictable tropical and transfigurative elements, by allusions and hints, as well as by extraordinary procedures, techniques and communication strategies. Qui no dizia∙ls faitz dolens moves on the double track of general ethic reprimand and playful personal burlesque, aiming both to achieve consensus around proposed social values and to destroy the image of the targeted individual, representative of a broader and more diverse aristocratic group. To accentuate the denigrating and ‘comic’ effects, the target (and victim), attacked with the most outrageous accusations and insinuations, is subjected to alteration, distortion, and disguise of his own name in a zoomorphic play. At the turn of 1200, «En Lombric» was actually a leading member of the Provençal knightly class, with a documented relationship with Guy de Cavaillon (alias «Esperdut»), who, after shared chivalric experiences, took distance from him and undermined Lombric’s reputation publicly and poetically.