Con questo lavoro si vuol fare il tentativo di ricostruire la storia dell’azione sociale e politica dei cattolici modenesi e del loro “movimento”, e, insieme, la storia del rapporto tra Chiesa e società a Modena, nei primi quattro decenni unitari, dal 1860 al 1900, facendo perno sull’anno 1891. Questo anno, anche se non è al centro cronologico di questo quarantennio, presenta molti aspetti che lo qualificano come anno di svolta, come un anno chiave, capace di offrire un punto di osservazione e di riferimento molto utile alla comprensione delle vicende dell’intero quarantennio. I risultati della ricerca che ha preceduto la stesura di queste note portano a dire, con don Arturo Rabetti (l’affidabile e garbato cronista di “Modena d’una volta”), che davvero “il “91 segnò il principio di un’epoca” come tempo in cui si fa evidente, per molti elementi, l’esaurirsi, o l’avvio all’esaurimento, di quell’insieme di situazioni culturali, economiche, sociali, politiche ed ecclesiali che caratterizza la società modenese nel primo trentennio unitario. Questa, in quel trentennio, si presenta come una “piccola” comunità chiusa nel suo particolarismo provinciale, ancora condizionata dal tenace ricordo dei secoli in cui Modena era la capitale del ducato estense, dal perdurare massiccio di una realtà esclusivamente agricola e urbano-rurale e dalla presenza, specie tra i cattolici, di un tenace conservatorismo, che spesso si combina con forti residui di legittimismo e anche, addirittura, di sanfedismo. Al principio degli anni novanta, anche se le espressioni della evoluzione in atto si presentano con timidezza e contraddizioni e domandano tempo per manifestarsi con una certa chiarezza, di fatto, nella vita sociale modenese, si evidenziano, ormai, elementi di indubbia novità, che consentono di parlare di svolta rispetto ai precedenti decenni. Il “91, per più motivi, come si vedrà, è l’anno emblematico di questa svolta. Il fatto che questo sia anche l’anno della comparsa della “Rerum novarum” rappresenta una coincidenza, che non si può non cogliere e non sfruttare. Essa, infatti, consente di combinare in modo suggestivo le due ricorrenze, per un superamento delle semplici motivazioni celebrative del centenario di questa enciclica o, per lo meno, per dare un contenuto non banale alla celebrazione che pur della stessa non si può non fare. È l’enciclica che tratta di quella questione sociale e, più in particolare, di quella questione operaia che si fa viva, con aspetti forti e drammatici, seppur del tutto particolari, anche a Modena, proprio in quegli anni, e con aspetti emblematici proprio in quel 1891. Questo è l’anno in cui il presentarsi, per la prima volta, degli operai, guidati dai socialisti “in piazza Grande rimase memorabile, non solo per il grande numero della gente accorsa”, rileva il cronista, “ma anche perché apparvero allora, in pubblico, indisturbate, le bandiere rosse”, e soprattutto, si deve aggiungere, perché quella folla e quelle bandiere sono segno inequivocabile di una questione operaia ormai molto viva nella società modenese e perché le stesse rappresentano una indubbia provocazione nei confronti della chiesa locale e del movimento cattolico. Da queste considerazioni trovano motivo il titolo ed il sottotitolo di questo saggio, nonché gli scopi dello stesso.
Autore/Autrice :
Paganelli Luigi
Titolo :
Quel 1891
Sottotitolo :
Chiesa e società a Modena e la
ISBN :
9788870001877
Pagine :
464
Uscita :
1991
Formato:
17 x 24
10 disponibili