Il contributo segue la diffusione di alcuni apologhi in occitanico della Historia di Barlaam e Josaphat, dalla Catalogna all’Umbria passando da Montpellier, dalla cui regione dovevano provenire i beghini e le beghine accolti nell’eremo delle Carceri di Assisi nei primi decenni del Trecento, e ai quali erano destinati i due codici francescani spirituali trascritti in Italia da copisti occitani: Assisi, Chiesa Nuova 9 e Todi, Biblioteca Comunale 128. Lo studio non solo mette in luce l’effettivo ingresso di Barlaam tra le auctoritates francescane, ma illustra come la raccolta di sermoni linguadociani conservati nel codice di Assisi (ff. 99r-126r), fino ad ora considerata un insieme approssimativo, sia invece una collatio perfettamente organizzata. Si tratta infatti dell’unica copia conservata del volgarizzamento – adattato con amplificazioni e farciture da Mathieu de las Bosiguas – della ultima parte del Communiloquium, la diffusissima summa di moralità popolare di Giovanni del Galles, teologo francescano, che la compose tra il 1265 e il 1269-1270. Una straordinaria affinità tra la esposizione della parabola evangelica di Lazzaro (Lc 16, 19-31) della collatio assisiate (ff. 111r-118v) con quella trasmessa dal codice Paris, BnF, nouv. acq. fr. 6504 (ff. 216v-226v) permette infine di postulare l’esistenza di un omiliario in volgare, modello di entrambi i codici, che doveva circolare dalla fine del XIII secolo tra le fraternità francescane pauperiste e penitenziali di Linguadoca.
On the trail of some medieval Occitan apologues of Barlaam and Josaphat’s Historia, the paper traces their path from Catalonia to Umbria passing through the region of Montpellier, where a group of Beguins was received into the Carceri, the friary just above Assisi, in the first decades of 1300. These are the audiences of the two spiritual Franciscan manuscripts written in Umbria by Occitan scribes: Assisi, Chiesa Nuova 9 and Todi, Biblioteca Comunale 128. This study aims to show the actual entry of Barlaam into the Franciscan homiletic narrative and to clarify the nature of the little collection of Occitan sermons contained in the Assisi codex (ff. 99r-126r). It is not a mere homiletic hotchpotch, as it has hitherto been considered, but instead a perfectly organised collatio, actually the only one preserved the Occitan translation – adapted with amplifications by Mathieu de las Bosiguas – of the section on Confession from the final part of the Communiloquium, the rich summa of source-material used in popular preaching, one of the most widely diffused works of the British Franciscan scholar John of Wales. A singular affinity between the explanation of the example of Lazarus (Lk 16, 19-31) in the Assisi collatio (ff. 111r-118v) and the one transmitted by ms. Paris, BnF, nouv. acq. fr. 6504 (ff. 216v-226v) allows to postulate the existence of a vernacular homiletic collection, the exemplar for both of these codices, which must have been circulating among the pauperistic and penitential Franciscan fraternities of Languedoc since the end of the XIIIth century.