Nel mondo moderno la più grande minaccia alla libertà d’espressione proveniva dalla censura di Stato. Benché tale libertà, grazie al pensiero illuminista e liberale, sia ormai stabilmente incorporata in ogni costituzione del mondo occidentale e in ogni dichiarazione dei diritti, il suo futuro appare tutt’altro che roseo. Da un lato, la censura di Stato non è del tutto tramontata neppure nelle democrazie costituzionali, ed anzi ad essa si è ormai affiancata quella, pervasiva, delle piattaforme digitali, spesso operanti come proxy dei poteri pubblici. Dall’altro lato, vari fattori stanno oggi inducendo a smantellare il privilegio tradizionalmente ascritto alla libertà d’espressione ed a legittimarne compressioni sempre più pervasive. Tra questi giocano un ruolo importante le riflessioni filosofiche che negli ultimi decenni hanno prodotto una vera e propria metamorfosi del concetto tradizionale di ‘censura’, dilatandolo enormemente e depotenziandone alquanto la carica negativa. Vanno poi considerate le sempre più pressanti richieste di protezione dai cosiddetti discorsi d’odio (hate speech), anche con l’ausilio della sanzione penale, delle identità collettive e dei gruppi sociali più vulnerabili. Tra i vari addebiti mossi a tali discorsi c’è quello di produrre un vulnus all’uguaglianza e alla stessa libertà di espressione delle categorie che ne rappresentano il bersaglio. Ma la libertà di parola è uno strumento sia di espressione individuale che di controllo del potere troppo prezioso, da limitare perciò con oculatezza e solo nei casi di comprovata lesione di diritti dei singoli. Le antiche ragioni liberali in suo favore, benché oggi fuori moda, permangono intatte.
Autore/Autrice :
Anna Pintore
Titolo :
Tra parole d’odio e odio per le parole
Sottotitolo :
Metamorfosi della censura
Collana :
Il poggiolo dei medardi
ISBN :
9788870008890
Pagine :
107
Uscita :
2021
Formato:
13 x 23