I Sonetti di Shakespeare, pubblicati nel 1609 dall’editore Thomas Thorpe e non autorizzati dall’autore, dedicati a un misterioso W.H. su cui molto si è fantasticato, trasferiscono su un palcoscenico intimo ma non meno ricco di novità e polifonia i molteplici motivi che attraversano il teatro del drammaturgo. Al centro si colloca l’amore per il fair young, anche se la vera protagonista della raccolta è la Bellezza, ideale come quella platonica ma calata nell’arte e nella carnalità e fluidità della vita, ora impietosamente interrogata, ora interprete di una performance di luce e orrore in una continua battaglia contro i suoi nemici: il Tempo, divoratore e distruttore; il peccato e la corruzione; la malattia; la calunnia e la maldicenza; la Morte sopra ogni cosa.
Molto particolare è, in questo contesto, il Sonetto XLIII sia per la musicalità e la densità figurale che sfidano il traduttore italiano alla sua resa, sia per la prospettiva concettuale costruita sul paradosso del primo verso: When most I wink, then do mine eyes best see, “Quando più li chiudo, allora meglio i miei occhi vedono”. A partire da questa premessa la visione dell’occhio e quella della mente si scambiano i ruoli, e si invertono i rapporti logici tra realtà e immaginazione, giorno e notte, ombra e luce, cecità e visione.
Il percorso nelle nove traduzioni – che comprende non solo autori italiani ma anche la bella versione in prosa di Victor Hugo (figlio dell’autore dei Misérables) e quella del poeta Ramón García González in versi alejandrinos blancos – dà l’idea della ricezione italiana ed europea dell’opera shakespeariana nella sublime risonanza con altri linguaggi poetici così come nelle differenze che ne alimentano la vitalità.
Autore/Autrice :
William Shakespeare
Titolo :
Sonetto XLIII
A cura di :
Chiara Lombardi
Collana :
DieciXuno - Una poesia dieci traduzioni
ISBN :
9788870008104
Pagine :
80
Uscita :
2019
Formato:
12 x 18
8,00 €
9788870008104 William Shakespeare Chiara Lombardi DieciXuno – Una poesia dieci traduzioni
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