Oggi tecniche di regolazione basate sulle behavioral sciences sono sempre più diffuse, in ambito pubblico e in ambito privato. Il nudging e i metodi di indirizzamento del comportamento messi in atto dai colossi del Web, i cosiddetti “capitalisti della sorveglianza”, sono esempi lampanti di tale fenomeno. La potenza pervasiva di questi strumenti è, inoltre, accresciuta dall’utilizzo delle più sofisticate tecnologie algoritmiche attualmente disponibili. Una tale tendenza risponde a un nuovo corso che ha preso corpo nelle democrazie liberali – trend analizzato in Europa e negli Stati Uniti ormai da due decenni – inteso quale giustificazione politica e morale di tecno-regolazioni che influenzano le scelte del singolo in cambio di benessere individuale e collettivo.
In questo lavoro intendo, in primo luogo, analizzare nel dettaglio queste nuove forme di normatività, sia da un punto di vista fenomenologico, sia approfondendo in che modo entrano in contraddizione con i presupposti di senso del diritto liberale, quali l’autonomia, l’autodeterminazione e la responsabilità. In secondo luogo, mi prefiggo di indagare per quali motivi il diritto fatichi a limitare il potere di influenza comportamentale degli agenti economici che si servono, soprattutto online, di queste forme di regolazione del comportamento e in che modo il legislatore liberale potrebbe utilizzare proprio il nudging come risposta regolativa, ad armi pari, alla manipolazione di massa.
In recent years, regulatory techniques rooted in behavioral sciences have become increasingly prevalent in both public and private spheres. These methods—epitomized by the “nudges” and behaviorally oriented strategies employed by the tech giants of surveillance capitalism—represent a transformative shift in how influence is exercised. This trend reflects the rise of a neo-paternalistic ethos within liberal democracies, challenging foundational principles of autonomy and rationality.
This book examines the emergence of these new forms of normativity, offering both a phenomenological analysis and a critique of how they contradict the assumptions underpinning liberal legal systems. It explores why traditional legal frameworks struggle to limit the manipulative power of economic actors who deploy such behavioral techniques, particularly in the digital realm. Finally, the book investigates how the liberal legislator might harness nudging as a tool for regulation—not to manipulate, but to counteract mass manipulation and safeguard individual autonomy.